Riflessioni sull’affossamento di una legge (s)concia.

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A cura del collettivo tlgbiq Sui Generis della Sapienza

Martedì 13 ottobre la c.d. “ legge Concia” è stata bocciata in
Parlamento per vizio di incostituzionalità. Questa proposta, depositata
in Parlamento da oltre un anno, è stata “riesumata” a seguito dei
numerosi episodi di violenza a scapito di soggetti LGBT avvenuti negli
ultimi tempi. In origine essa prevedeva un aggravante per i reati a
sfondo omofobico e/o transfobico, agendo quindi ex post , senza dare
una risposta complessiva ad un problema così articolato, non certo
riducibile ai soli atti di violenza fisica.

La medesima inadeguatezza la si ritrova nella risposta strumentale
che le istituzioni hanno dato; risposta declinata in chiave securitaria
che individua come unica soluzione al problema l’installazione di
telecamere nei luoghi maggiormente attraversati da persone LGBT.
Purtroppo questa risposta securitaria ha trovato l’appoggio di molte
associazioni LGBT mainstream che, in continuità con la politica di
commercializzazione e ghettizzazione degli spazi “gay-friendly”, hanno
sostenuto la necessità di un maggiore controllo dei medesimi spazi.

Nel frattempo è nato un percorso, definitosi autoconvocato, dal nome
evocativo “We have a dream”, che ha organizzato una serie di
fiaccolate, prima a Roma e poi nelle principali città italiane.

Il collettivo Sui Generis ha tentato di inserirsi all’interno di
questo percorso vedendovi la possibilità di costruire un movimento
ampio e dal basso che finalmente mobilitasse i soggetti LGBT, rompendo
con la logica istituzionale delle associazioni mainstream.

Purtroppo, però, il collettivo si è scontrato con una realtà ben
peggiore di quella delle associazioni. I promotori del percorso,
infatti, hanno completamente strumentalizzato la spontaneità
manifestatasi nella prima fiaccolata, tentando di trasformare quella
nascente mobilitazione in un gruppo di sostegno alla proposta Concia,
dando cosi alla stessa quella legittimità e rappresentatività di cui è
invece sprovvista.

Da qui la contrarietà espressa circa l’eventualità di partecipazione
alla fiaccolata istituzionale del 24 settembre convocata in origine
contro l’omofobia da parte del Presidente della Provincia di Roma
Zingaretti, divenuta poi un’ imprecisata “fiaccolata contro tutti i
razzismi” a cui hanno aderito il sindaco Alemanno, nonché il Vicariato
di Roma e addirittura Gens Romana, gruppo di estrema destra dalle
pratiche notamente fasciste.

Negli stessi giorni abbiamo appreso sconcertati la notizia
dell’apertura di un dialogo tra Casa Pound ed alcuni esponenti di We
have a dream, nonché la stessa On. Concia, la quale contemporaneamente
ha cercato una concertazione sulla propria proposta di legge con il Pdl
e la Lega. La prevedibile mediazione a ribasso ha portato
all’eliminazione di qualunque riferimento all’ “identità di genere” dal
testo proposto.

Il rifiuto di queste pratiche di mediazione con gruppi fascisti ha
portato il Sui Generis a sentire la necessità di convocare un’assemblea
pubblica realmente aperta, che ha deciso di partecipare in modo critico
alla manifestazione “Uguali” del 10 Ottobre con uno spezzone sociale
dalle parole d’ordine “antifascist@ sempre”.

Ribadire che l’antifascismo è un valore non negoziabile nonché la
base di qualunque rivendicazione di diritti per i soggetti LGBT stato
l’unico modo possibile per interloquire con quella piazza.

Il successo di questo spezzone ha portato l’assemblea, che ne
frattempo ha assunto il nome “ Uguali diritti TILGBQ antifascist@
antirazzist@ antisessist@ sempre”, a decidere di continuare il percorso
avviato, intercettando come successiva data di mobilitazione il 17
ottobre.

Crediamo che la risposta di questo governo al problema dell’omofobia
sia non solo insufficiente, ma assolutamente strumentale al
rafforzamento di una logica repressiva, razzista e sessista,
finalizzata all’omologazione e alla normalizzazione di tutti gli
individui.

E’ in questo senso che l’affossamento della proposta Concia non ci
stupisce. La scelta di dialogare non con i soggetti LGBT che vivono in
prima persona questa oppressione, ma con le forze di governo ed i
gruppi di estrema destra, non poteva che produrre un tale risultato.
All’insulto si aggiunge la beffa: nelle prossime settimane ci toccherà
assistere ad una messa in scena ancora peggiore, con protagonista la
ministra Carfagna, che promuoverà la stessa legge, magari includendovi
anche un riferimento all’identità di genere, eleggendosi così a
paladina dei “poveri” soggetti LGBT.

Di fronte a questo scempio non possiamo che ribadire che la
rivendicazione di diritti non è delegabile né negoziabile con le
destre, ma passa per l’autorganizzazione dei soggetti stessi.

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COLLETTIVO LGBTIQ SUI GENERIS: 10 MOTIVI PER CUI SCENDERE IN PIAZZA IL 10 OTTOBRE.

10 MOTIVI PER CUI SCENDERE IN PIAZZA IL 10 OTTOBRE
APPELLO PER UNO SPEZZONE COMUNE PER LA MANIFESTAZIONE CONTRO L’OMO/LESBO/TRANS/INTERSEXFOBIA.

Il 10 ottobre scenderemo in piazza per manifestare contro
l’omo/lesbo/trans/intersexfobia, in corteo, prêt a porter, delirio
collettivo, con la minigonna, jeans, baby doll, vestiti della prima
comunione, sono gradite gambe depilate ma non teste rasate.
Urleremo che un’aggravante per le violenze non ci basta, che le
fioriere le mettiamo sul terrazzo, e che le telecamere non servono per
garantirci una vita dignitosa, ma per controllare la nostre vite e
rinchiuderci in luoghi sempre più marginali, al di fuori dello spazio
pubblico.
Manifesteremo senza quelle istituzioni e quelle forze politiche che
fanno solo vaghe promesse, ma in realtà alimentano il clima
omo/lesbo/trans/intersexfobico.
Grideremo che siamo tutte/i antifasciste/i e non dialoghiamo con chi
del fascismo ha rinnegato il nome ma non le idee e le pratiche.
Ribadiremo a tutti che noi non esistiamo solo per il Pride ma siamo dovunque e disposti sempre a lottare per i nostri diritti.
Invaderemo le strade per rompere la gabbia in cui ci vorrebbero rinchiudere, ghettizzare ed emarginare.
Manifesteremo contro le politiche securitarie che a pagare sono sempre
i soggetti LGBTIQ, le donne ed i migranti, contro la legalità di far
morire persone in mare, contro l’apertura dei C.I.E. e dei bracci
speciali adibiti a persone trans, e contro i sempre più frequenti
sopprusi delle forze dell’ordine ai danni di sex workers, studenti,
migranti, o semplicemente persone con un’altra storia e geografia.
Scenderemo in piazza per dire che lotta all’omofobia passa per i
diritti e la promozione di una cultura anti
omo/lesbo/trans/intersexfobica, antirazzista, antifascista ed
antisessista, rivendicando il diritto ad un’istruzione pubblica e
laica, per un’educazione sessuale che non sia cattolica, per i
contraccettivi gratis, per il diritto all’aborto , senza l’obiettore di
coscienza che non ha una coscienza, senza preti e suore che
favoleggiano sulla famiglia, pur avendo scelto di farsi mantenere dal
vaticano,di non sposarsi e di non avere figli/e.
Pretendiamo, il diritto ad un lavoro dignitoso, egualmente retribuito per donne, uomini, trans, gay,lesbiche,intersex,migranti.
Non vogliamo leggi speciali, vogliamo quei diritti di cui siamo stati/e usurpati/e!

SE NON CAMBIERÀ, LOTTA FROCIA SARÀ!!!

Invitiamo tutti e tutte ad un’ assemblea pubblica, per la
costruzione di uno spezzone comune alla manifestazione del 10 ottobre,
che si svolgerà il giorno 7 ottobre alle ore 17 presso l’aula VI della
Facoltà di Psicologia della Sapienza (via dei Marsi, S. Lorenzo).

COLLETTIVO LGBTIQ SUI GENERIS

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ANTIRAZZISMO, ANTISESSISMO, ANTIFASCISMO: AZIONE DI CROSS KISSING ALLA SAPIENZA!

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Oggi a La Sapienza a Roma una cinquantina di studenti e studentesse del Collettivo universitario LGBTIQ SuiGeneris hanno bloccato le strade intorno alla città universitaria con un’azione di Cross Kissing* .
Abbiamo dato via a questa azione/performance per dare visibilità ad una
questione, quella della scelta sessuale e dell’identità di genere, che
spesso si cerca di manterere ‘invisibile’ o, all’opposto, di
strumentalizzare politicamente come sta accadendo in questi giorni in
occasione del dibattito sulla legge Mancino.
Un’aggravante per le violenze non ci basta.
Abbiamo fatto questo gesto per ribadire che essere contro l’omofobia è
innanzitutto essere antifascisti, e con questo spirito invitiamo tutte
le associzioni, i singoli, i collettivi LGBT – e non solo – a
partecipare allo spezzone che stiamo costruendo per la manifestazione
del 10 ottobre.
Un corteo che per noi sarà caratterizzato da antisessismo, antirazzismo
e antifascismo, contro le politiche securitarie che ci ghettizzano, per
la rivendicazione dei nostri diritti, un corteo in cui manifesteremo
senza quei personaggi politici ambigui e quelle istituzioni che ci
usano per i propri scopi politicisti e fanno solo vaghe promesse.

*Il cross kissing, performance itinerante urbana, rappresenta un
atto simbolico pubblico dell`affetto profondo tra due persone
indipendente dall`orientamento sessuale e dall`identita` di genere.

Collettivo Universitario LGBTIQ SuiGeneris
suigeneris@gmail.it

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